mercoledì 16 agosto 2017

Everywhere




Mi hanno chiesto come sei arrivata fin qui? Non lo vedi sul mio corpo? Il deserto della Libia, rosso con i corpi degli emigranti, il Golfo di Aden rigonfio, la città di Roma senza cappotto. Spero che il viaggio abbia significato qualcosa di più delle miglia percorse, perché tutti i miei figli sono nell’acqua. Pensavo che il mare fosse più sicuro della terra. Volevo fare l’amore, ma i miei capelli avevano l’odore della guerra, e scappar via, scappar via. Voglio stendermi e riposare, ma questi paesi sono come quegli zii che quando sei piccola ti toccano mentre dormi. Guarda quei confini, schiuma alla bocca, la disperazione di quei corpi spezzati. Ho sul viso il colore del sole che scotta, i resti di mia madre giacciono senza sepoltura. Ho passato giorni e notti nello stomaco di un TIR; una volta uscita, non ero più la stessa. Qualche volta ho l’impressione che sotto la mia pelle ci sia un’altra persona.



They ask me how did you get here? Can’t you see it on my body? The Libyan desert red with immigrant bodies, the Gulf of Aden bloated, the city of Rome with no jacket. I hope the journey meant more than miles because all my children are in the water. I thought the sea was safer than the land. I want to make love, but my hair smells of war and running and running. I want to lay down, but these countries are like uncles who touch you when you’re young and asleep. Look at all these borders, foaming at the mouth with bodies broken and desperate. I’m the colour of hot sun on the face, my mother’s remains were never buried. I spent days and nights in the stomach of the truck; I did not come out the same. Sometimes it feels like someone else is wearing my body.

Warsan Shire








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