Mi
hanno chiesto come sei arrivata fin qui? Non lo vedi sul mio
corpo? Il deserto della Libia, rosso con i corpi degli emigranti, il
Golfo di Aden rigonfio, la città di Roma senza cappotto. Spero che
il viaggio abbia significato qualcosa di più delle miglia percorse,
perché tutti i miei figli sono nell’acqua. Pensavo che il mare
fosse più sicuro della terra. Volevo fare l’amore, ma i miei
capelli avevano l’odore della guerra, e scappar via, scappar via.
Voglio stendermi e riposare, ma questi paesi sono come quegli zii che
quando sei piccola ti toccano mentre dormi. Guarda quei confini,
schiuma alla bocca, la disperazione di quei corpi spezzati. Ho sul
viso il colore del sole che scotta, i resti di mia madre giacciono
senza sepoltura. Ho passato giorni e notti nello stomaco di un TIR;
una volta uscita, non ero più la stessa. Qualche volta ho
l’impressione che sotto la mia pelle ci sia un’altra persona.
They
ask me how
did you get here?
Can’t you see it on my body? The Libyan desert red with immigrant
bodies, the Gulf of Aden bloated, the city of Rome with no jacket. I
hope the journey meant more than miles because all my children are in
the water. I thought the sea was safer than the land. I want to make
love, but my hair smells of war and running and running. I want to
lay down, but these countries are like uncles who touch you when
you’re young and asleep. Look at all these borders, foaming at the
mouth with bodies broken and desperate. I’m the colour of hot sun
on the face, my mother’s remains were never buried. I spent days
and nights in the stomach of the truck; I did not come out the same.
Sometimes it feels like someone else is wearing my body.
Warsan
Shire
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