‘Miagolare
l’idioma degli umani è tabù’. Così recitava la legge dei
gatti, e non perché loro non avessero interesse a comunicare. Il
grosso rischio era nella risposta che avrebbero dato gli umani. Cosa
avrebbero fatto con un gatto parlante? Sicuramente lo avrebbero
rinchiuso in una gabbia per sottoporlo a ogni genere di stupidi
esami, perché in genere gli umani sono incapaci di accettare che un
essere diverso da loro li capisca e cerchi di farsi capire. I gatti
sapevano, per esempio, della triste sorte dei delfini, che si erano
comportati in modo intelligente con gli umani e così erano stati
condannati a fare i pagliacci negli spettacoli acquatici. E sapevano
delle umiliazioni a cui gli umani sottopongono qualsiasi animale che
si mostri intelligente e ricettivo con loro. Per esempio i leoni, i
grandi felini, obbligati a vivere dietro le sbarre e a vedersi
infilare tra le fauci la testa di un cretino; o i pappagalli, chiusi
in gabbia a ripetere sciocchezze. Perciò miagolare nel linguaggio
degli umani era un grandissimo rischio per i gatti.
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