Se uno ha famiglia la faccenda è dura; se è separato è altrettanto dura: «E gli alimenti?», dice la moglie. «Non avrò reddito», risponde l'eremita. «Com'è possibile?», dice il magistrato. Quindi un eremita consiglio sia scapolo. Deve incominciare col disdire luce, gas, acqua, demolire l'auto e la targa, disdire l'appartamento se è in affitto; se è proprietario cosa fa? Lo lascia a un erede; se odia gli eredi lo vende, siamo in una difficile congiuntura per la vendita immobili, il mercato è fermo; lo svende; ma ci vogliono mesi se è fortunato, un anno, o di più; poi notaio, compromesso, rogito eccetera; dei soldi cosa se ne fa? Consiglio di comprare oro e seppellirlo. Dove? Consiglio un angolo appartato del cimitero, consiglio di andare di notte, scavare e poi ricoprire, cancellando la terra smossa con del ghiaino. Un giorno ci sarà un fortunato che scava, che scava magari per seppellirsi, perché ad esempio è rovinato dalle utenze, disperato, sul punto di farla finita, e non volendo dar noia agli altri, va al cimitero e si scava un buco in un angolo… invece trova l'oro. Chissà che non ci ripensi.
Ma tornando al nostro eremita, bisogna che vada all'ufficio imposte: Non avrò più reddito, né residenza, né niente. È possibile che si insospettiscano. «Chi la mantiene?». «Nessuno». «Cosa scriviamo? Vagabondo?». «No, eremita». «Non è nella tabella, e poi ci vorrà un patentino; in che Comune intende esercitare?». «Dove mi porta il caso». «Per noi non è sufficiente, manderemo degli accertamenti». «Vorrei restituire il codice fiscale». «Non è possibile, il codice si estingue con la morte». «Mi dichiaro morto». «Non faccia lo spiritoso, lei vuole evadere, i soldi della casa li ha messi all'estero, ci dica dove!». Come si vede questo è uno scoglio sempre difficile.
Ma
supponiamo che riesca a scappare da tutto; supponiamo, perché è
molto difficile. A questo punto dove va a fare l'eremita? Dove si
sistema? Può andare su terreni demaniali, come i greti dei fiumi,
montagne, spiagge; alle spiagge però è meglio rinunci perché sono
il maggior luogo di turismo estivo e la solitudine sarebbe difficile;
ma anche al fiume o alla montagna arriverebbe una guardia a
denunciarlo per campeggio abusivo. Notate che se si fa un orticello
verrebbe multato, se raccoglie funghi a raccolta regolamentata
sarebbe multato, se raccoglie legna verrebbe multato, non parliamo
poi se accende un focherello. Una capanna? Abuso edilizio. Ha le
fognature? Le altezze? L'indice di risparmio energetico? Il garage? E
i rifiuti? L'eremita fa la raccolta differenziata? Distingue il secco
dall'umido? E la plastica? Le pile? I medicinali scaduti?
Un
eremita non vorrebbe appartenere a nessuno Stato. A quanto mi risulta
tutte le terre sono state divise, anche l'Antartide; e c'è il
progetto di dividere in lotti la Luna. Unica possibilità il mare
aperto, acque internazionali; per far l'eremita al giorno d'oggi
bisogna avere una barchetta e non toccare mai terra; recuperare i
legni alla deriva per fare occasionali riparazioni; mangiare pesce,
che fa bene, alghe, che fanno bene (e fan dimagrire); si rischia lo
scorbuto; si rischia di essere scambiati per barchini pirati, su cui
c'è libertà di far fuoco. Ci sono le tempeste, in pieno Oceano sono
furiose; ma finora il vento non è sotto brevetto, né è considerato
bene demaniale. E tuttavia abbandonandosi al vento si finisce prima o
poi su un continente e dunque in uno stato territoriale, un eremita
sarà classificato immigrato clandestino, finirà in un campo
profughi, dove si sta ammassati, il contrario dell'eremitaggio, si
riceve un numero, e siamo daccapo. «Da dove vieni?». «Non lo so».
«Sei recidivo?». «Non lo so». «Di chi era l'imbarcazione?».
«Mia». «Ah! bene! Da chi prendi ordini?». Denuncia per tratta
d'immigrati, senza bandiera, senza patente nautica eccetera,
eccetera. Quindi consiglio: vivere in acque internazionali, anche se
è difficile; si campa poco, ma quando l'oceano è tranquillo, si è
mangiato un pesce, si è bevuto acqua piovana, si è trovato un po'
d'insalata alla deriva, e viene la notte, allora ci si distende in
fondo alla barca, e si guarda l'immenso cielo, che finora non è
vietato guardare, né ci vuole un biglietto d'ingresso, un
abbonamento, un canone, una licenza o la partita Iva. Ma questo è
ciò che ci distingue dalle formiche, che sono sempre connesse in una
loro rete a molecole chimiche.
Ermanno Cavazzoni, Lasciatemi fare l'eremita
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