sabato 13 marzo 2021

Luoghi

 

Sono pochi.
La primavera gode di molta considerazione,
ma è meglio l’estate.
E anche quelle crepe che l’autunno
forma quando intercede presso le domeniche
in alcune città
gialle di per sé, come banane.

L’inverno esclude molti luoghi:
i battenti delle porte orientate a nord,
le rive dei fiumi, le panchine pubbliche.
I contrafforti esterni
delle vecchie chiese
a volte lasciano degli spazi
praticabili anche quando nevica.
Ma siamo sinceri: le basse
temperature e i venti umidi
rendono tutto difficile.

Le ordinanze, inoltre, bandiscono
la carezza (esonerando
certe zone epidermiche — di nessun interesse —
nei bambini, nei cani e in altri animali)
e il «non toccare, pericolo di ignominia»
si può leggere in milioni di sguardi.

Dove scappare, allora?
Ovunque, occhi strabici,
cornee torturate,
pupille implacabili,
retine reticenti che vigilano,
diffidano, minacciano.

Rimane forse la possibilità di stare da soli,
di svuotare l’anima di tenerezza
e di riempirla di disgusto e indifferenza,
in questo tempo ostile, propizio all’odio.

Ángel González

 


 

 

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