sabato 30 aprile 2022
venerdì 29 aprile 2022
Produci, consuma, crepa
I
poveri di oggi (e cioè coloro che costituiscono un “problema”
per gli altri) sono prima di tutto e soprattutto dei “non
consumatori”, più che dei “disoccupati”. Essi vengono definiti
innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il
più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di
essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal
mercato. […]
Il consumatore “difettoso”, chi dispone di
risorse troppo scarse per rispondere adeguatamente all'appello, o più
esattamente ai richiami seduttivi dei mercati, è gente di cui la
società dei consumatori “non ha bisogno”; se non ci fosse, la
società dei consumatori ne guadagnerebbe. […]
La società dei
consumatori cresce rigogliosa finché riesce a rendere perpetua la
non-soddisfazione dei suoi membri, e dunque la loro infelicità, per
usare il suo stesso termine. Il metodo esplicito per conseguire tale
effetto consiste nel denigrare e svalutare i prodotti di consumo poco
dopo averli portati alla ribalta nell'universo dei desideri dei
consumatori.
Zygmunt
Bauman,
Consumo, dunque sono
Esiste una sconfitta pari al venire corroso
che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo
mercoledì 27 aprile 2022
martedì 26 aprile 2022
Piaga
Ormai convalescente, ricordava i sogni che aveva fatto quando aveva la febbre e delirava. Aveva sognato, durante la malattia, che tutto il mondo era condannato a esser vittima di un’epidemia letale spaventosa, inaudita e mai vista, che avanzava verso l’Europa dalle profondità dell’Asia. Tutti dovevano morire, tranne alcuni, pochissimi eletti. Erano comparse delle specie di nuove trichine, esseri microscopici che si insediavano nei corpi degli uomini. Ma questi esseri erano spiriti, dotati d’intelletto e volontà. Chi li aveva accolti in sé diventava subito indemoniato e folle. Ma mai, mai uomini si erano creduti cosí intelligenti e incrollabili nella verità, come si credevano quegli infettati. Mai avevano considerato piú incrollabili le loro sentenze, le loro deduzioni scientifiche, le loro convinzioni morali e le loro fedi. Interi villaggi, intere città e popoli erano contagiati e impazzivano. Tutti erano inquieti, gli uomini non si capivano fra loro, ciascuno si credeva l’unico depositario della verità, e si angosciava, guardando gli altri, si batteva il petto, piangeva e si torceva le mani. Non sapevano chi e come giudicare, non riuscivano a mettersi d’accordo su cosa considerare male e cosa bene. Non sapevano chi condannare, chi assolvere. Gli uomini si ammazzavano a vicenda con rabbia insensata. Si radunavano a eserciti interi uno contro l’altro, ma gli eserciti, già in marcia, a un tratto cominciavano a distruggersi da sé, i ranghi si scioglievano, i soldati si scagliavano uno contro l’altro, si pugnalavano e si sgozzavano, si mordevano e divoravano a vicenda. Nelle città per tutto il giorno le campane suonavano a martello: chiamavano tutti a raccolta, ma nessuno sapeva chi chiamava e perché, e tutti erano allarmati. Abbandonarono i mestieri piú comuni, perché ciascuno proponeva le sue idee, le sue modifiche, e non riuscivano a mettersi d’accordo; i lavori agricoli si fermarono. Qua e là gli uomini si radunavano a gruppi, concordavano un’azione comune, giuravano di non separarsi: ma subito dopo iniziavano qualcosa di completamente diverso da ciò che avevano appena deciso, prendevano ad accusarsi l’un l’altro, si azzuffavano e si massacravano. Incominciarono gli incendi, incominciò la carestia. Tutto e tutti perivano. La piaga si diffondeva e avanzava sempre di piú. In tutto il mondo potevano salvarsi solo alcuni uomini: erano i puri e gli eletti, predestinati a dare inizio a una nuova stirpe di uomini e a una nuova vita, a rinnovare e purificare la terra, ma nessuno aveva mai visto questi uomini, nessuno aveva mai sentito le loro parole e le loro voci.
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo
Life
Non illudetevi che l’una o l’altra struttura sociale migliorerà la nostra vita. Intanto, tutte queste persone, che si stanno impegnando per migliorare l’organizzazione della società, non sono d’accordo fra loro. Gli uni propongono un progetto come il più adatto, gli altri affermano che quello è pessimo e che solo il loro va bene, i terzi bocciano anche questo e ne propongono uno ancora migliore. Poi, anche ammettendo che si trovasse l’organizzazione sociale ideale, come farla accettare da tutti, e come realizzarla, se la gente è piena di vizi ? Per costruire una vita migliore, devono divenire migliori i singoli individui
Lev Tolstoj, Amatevi gli uni gli altri
lunedì 25 aprile 2022
domenica 24 aprile 2022
Musica
In casa siamo rimasti senza pane
il padre prende il saxofono, ne asciuga la polvere
lo bacia e si mette a soffiare.
Sin dai primi suoni
Baffo-Nero posa il martello
i bambini smettono di giocare
le donne rientrano in casa per piangere
i cani e
i gatti, come smarriti, vengono ad annusarlo
gli uccelli perdono la testa per afferrare il suo fianco
Attorno alla casa
il prato cresce
il gladiolo spalanca gli occhi
e la nostra povertà se ne va.
Rajko Đurić, Poeta Rom
sabato 23 aprile 2022
Fiorisci
Bene,
vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai
i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere
il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o
violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
se nel
morire infradici o insecchisci,
avanti su, io guardo, tu
fiorisci.
Patrizia Cavalli, Poesie
Crash test
Maiali sono stati utilizzati per i crash test, nell'ambito di uno studio che si è tenuto in Cina. Legati con le corde ben strette e immobilizzati dalle cinture di sicurezza, hanno dovuto sopportare le conseguenze di incidenti simulati in un laboratorio specializzato. Sette di loro, durante le prove, sono morti. Per gli altri, le fratture non si contano più. Lo studio, del quale fa cenno anche l'International Journal of Crashworthiness, si era servito di cuccioli di maiale che, nelle intenzioni dei ricercatori, sarebbero stati ottimi sostituti dei bambini di sei anni, cui la ricerca era stata dedicata. Dai tamponamenti improvvisi, fino a veri e propri frontali, lanciati a 30 miglia all'ora, i maiali non hanno potuto fare altro che aspettare di subire l'ennesima tortura inflitta da chi, evidentemente, ignora quanto certi compiti siano già stati affidati a macchine e manichini da più di trent'anni.
L'ultimo dei signori
Io
sono un figlio di famiglia e ti bacio con tanta gelosia
tu sei
l'intenzione più seria più orgogliosa
ti stringo e sei mia
in
una casa più alta e più bella di tutte quelle qui
intorno
consumiamo la nostra passione, il nostro brevissimo
giorno
Prima serata di tante altre notti in grande frenesia
di
farti conquista piena riuscita
più dentro e più mia
senza
il problema o il dispiacere di riuscire a capirci
dato e
concesso di essere così vicini da sentirci attaccati
Io i miei
fatti veri te li raccontavo sempre
ed i miei pensieri li
cambiavi lentamente
e le mie ragioni le negavi spesso e
volentieri
ed io per te l'ultimo Valterchiari
io per te
l'ultimo dei signori
l'ultimo degli attori, dei grandi suonatori
E
ora ti lascio al tuo sonno che invidio con tanta gelosia
per
quel senso di sicurezza che mostri
se ti prende sei sua
e
mentre la luce è indecisa se rallentare o far presto
ti ritrovo
mai stanca e sempre perfetta tra le isole e il sale...
Vedere
Io sono un essere logico, e lo sono ancora di più quando la mia mente impazzisce per effetto della depressione maggiore. Questa è la parte più difficile da far comprendere a chi non si è mai ammalato di depressione, ma è anche il più subdolo degli inganni. Per un malato di depressione la visione è netta, senza nebbie. Una persona non affetta da depressione invece ha una visione sfocata, lavora di fantasia, interpreta, completa le forme come un bambino alle prese con i primi esercizi di geometria. L’opacità è dei sani. Lo è perché il non vedere l’esatta forma delle cose è il dispositivo di natura attraverso il quale ci salviamo da noi stessi.
Andrea Pomella, L’uomo che trema
venerdì 22 aprile 2022
Assange
Assange
poteva subire l'ergastolo in una brutale autocrazia che perseguita
chi svela crimini di guerra.
Ma per fortuna rischia solo 175
anni di carcere nel mondo libero che perseguita chi svela i crimini
di guerra.
Gli è andata bene. Dopo 175 anni potrà rifarsi una
vita.
[L’Ideota]
giovedì 21 aprile 2022
Sintesi
Sintesi della giornata.
I corridoi umanitari russi a Mariupol non funzionano e i civili che sono ancora lì non riescono a lasciare la città. I militari ucraini asserragliati nell'acciaieria chiedono di essere evacuati da non ho capito chi in un paese terzo ma non si arrendono perché Kiev non li autorizza, e parlano al mondo come chi aspetta di morire da un momento all'altro.
Parlano al mondo anche i vertici russi annunciando un supermissile nuovo di zecca che può essere lanciato da un continente all'altro. Parla al mondo – ma questa non è una novità, lo fa ogni mattina – Zelensky, che continua a farneticare che gli avessimo mandato armi più potenti avrebbe già vinto la guerra da un pezzo.
Parla non si sa a chi Charles Michel, che è andato in Ucraina a fare turismo bellico in blue jeans e annuncia che l'Ucraina vincerà.
E’ sempre più chiaro che la Russia e l'Occidente si parlano attraverso l'Ucraina, e che l'Ucraina accetta questa posizione di tramite perché Zelensky, l'unico che fa politica, sta accumulando crediti da riscuotere nella Ue da quegli imbelli tipo i tedeschi che non gli mandano abbastanza armi. E’ altresì sempre più chiaro che la pornografia dell'orrore dispensata dai media nostrani sta passando il limite della sopportabilità. Ancora un po’ di ignavia politica e il consenso apparente a questa tragedia dell'ipocrisia salterà.
Ida Dominijanni
mercoledì 20 aprile 2022
Il mare
Ho il gusto delle cose vane, dei miei simili, dei volti, ma accanto alle cose del mondo ho una mia regola, che è il mare, e tutto quanto in questo mondo gli somigli.
Albert Camus, Diari americani
Britches
BRITCHES: STORIA DI UNA LIBERAZIONE
E' la notte del 20 aprile 1985.
Un gruppo di persone con il volto coperto entra nei laboratori dell'Università della California a Riverside per liberare gli animali e trova lei.
Britches, cucciolo di macaco dalla coda mozza di poche settimane, con le palpebre cucite e un dispositivo attaccato alla testa che emette suoni acuti a cadenze regolari. Il cucciolo è aggrappato a un feticcio di spugna, triste surrogato della madre.
Tolta alla vera madre appena nata, Britches fa parte di uno studio sulla cecità umana.
I fili di sutura sono troppo spessi per un cucciolo di quelle dimensioni, i tamponi sugli occhi luridi, Britches è traumatizzata e in cattive condizioni.
Il Fronte di Liberazione Animale documenta tutto, dalla liberazione alla cura e alla successiva riabilitazione.
Il presidente del Consiglio Americano Ciechi, Dr. Grant Mack definisce l' esperimento su Britches come "uno dei più ripugnanti e mal concepiti sprechi di tempo e denaro di cui abbia mai sentito parlare".
Assieme a Britches quella notte trovano la libertà anche 467 topi, gatti, opossum, piccioni, conigli e ratti, per un totale di 1115 animali.
Britches ha vissuto 20 anni, trascorsi al Primarily Primates Sanctuary, in Texas, che accoglie primati salvati dai laboratori.
https://www.facebook.com/bastadelfinari
martedì 19 aprile 2022
lunedì 18 aprile 2022
Not here
That there, that's not me
I go where I please
I'm not here
This isn't happening
I'm not here
domenica 17 aprile 2022
sabato 16 aprile 2022
Pastiera
La pastiera, quella vera, va fatta in casa. Punto e basta.
E badate bene, nessuna pastiera è mai uguale a un’altra.
La
pastiera, diciamolo una volta per tutte, non mette d’accordo
nessuno: getta scompiglio, crea zizzania, genera competizione,
innesca una sorta di guerra civile partenopea (e non solo). Il
motivo? Ogni famiglia è straconvinta di essere depositaria e custode
della suprema formula, della ricetta per eccellenza. Una
ricetta che, solitamente, si tramanda da generazione in generazione
ed è stata annotata, in bella grafia, nel tardo medioevo, su di un
quaderno senza copertina i cui fogli ingialliti si tengono ancora
insieme con la sputazza. Oh, ma straconvinta che più
straconvinta non si può! La ricetta di mammà, quella della nonna,
chell ra bisnonna, chell ra vicina ‘e casa di quando abitavamo
chissà dove, chell ra guardaport, chell ra sora e a nipote
dell’amica ‘e chi te stramuort!
Immancabile, poi, è la
ricetta dello zio che ha fatto il pasticciere da Scaturchio.
Ogni
napoletano che si rispetti, per qualche misterioso motivo, ha avuto
uno zio che faceva il pasticciere da Scaturchio ed ha trafugato, dal
suo leggendario laboratorio, la ricetta segretissima. Talmente
segreta ca’ a sann tutt quant, tranne i titolari della pasticceria
Scaturchio.
Si cucinano pastiere da regalare a chiunque. Tutti
sì scambiano pastiere con tutti, in mondo così compulsivo, al punto
che, in questo turbinio di pastiere ca vann annanz e aret, alcune
tornano persino indietro sotto forma di dono a chi quella pastiera
l’aveva preparata giorni prima, ed è talmente “sicuro e padrone”
della sua ricetta, che la mangia senza accorgersi che si tratta
proprio della sua, arrivando persino ad esclamare: “vabbuò, nun
pazziamm, io a faccio cientemila vote meglio!“.
Fatidico,
infine, è il momento dell’apertura, il taglio della prima fetta a
cui fa seguito l’assaggio. Lì, è la famiglia stessa che
implode, la guerra civile si trasferisce tra le mura domestiche:
“uaaaaaa è venuta perfetta”, “no era meglio l’anno passato”,
“nun dicere strunzat, era meglio tre anni fa”, “è colpa ‘e
chillu sfaccet ‘e furn”, “l’ann che vvene sarrà nu
capolavoro”. Fino a quando non si leva alta una voce, la
solita voce, che perentoria nella sua infinita saggezza esclama: Ma
che ve ne fott?!! Magnate e stateve zitt!
Francesco Andreoli
venerdì 15 aprile 2022
Totò
Il 15 aprile di 55 anni fa moriva Antonio de Curtis in arte Totò.
«Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire.»
giovedì 14 aprile 2022
Il posto
È tranquillo qui. I gatti
poltriscono, ognuno
nel posto prediletto.
Il geranio si inclina da questo lato
per vedere se sto scrivendo di lui:
testa tutta petali, gambi
bruni, e quei ventagli verdi.
Come vedi,
sto scrivendo di te.
Accendo la radio. Sbagliato.
Non deve esserci nessun suono
in questa stanza, tranne
quello di una voce che legge una poesia.
I gatti chiedono
Il topo di campagna, di Theodore Roethke.
La casa si accomoda sul fianco
per un sonnellino.
So che siete con me, piante
e gatti — ma anche così ho paura,
seduta al centro della possibilità
perfetta.
Jane Kenyon
mercoledì 13 aprile 2022
Napoletani
Durante
la visita di Hitler a Napoli nel 1938 un folto pubblico fu schierato
lungo via Caracciolo, in attesa del suo passaggio su una macchina
scoperta. Quando il Fuhrer passò in piedi nella macchina e tese il
braccio nel saluto nazista, una voce dal pubblico non identificata
ruppe il silenzio della cerimonia gridando: «Sta verenn’ si for’
chiove» (sta controllando se fuori piove). In quel momento si capì
che il totalitarismo non avrebbe mai potuto conquistare l'animo dei
Napoletani, proprio per quel senso innato dell'ironia, quella
capacità di non prendersi troppo sul serio.
Con le 4 giornate
(27-30 settembre 1943), Napoli fu la prima città europea a liberarsi
da sola dall'occupazione delle forze armate tedesche. Soltanto due
anni dopo, nel 1945, l'Italia intera fu liberata.
Tessy Luciano
martedì 12 aprile 2022
Khorakhané
I "Khorakhané" (alla lettera: "Amanti del Corano") sono una tribù rom musulmana di origine serbo-montenegrina.
Accomunati agli Ebrei da uno stesso destino di morte furono almeno mezzo milione gli Zingari che persero la vita nei campi di sterminio nazisti. Ma è come se il vento ne avesse disperso la memoria. Eppure le sofferenze patite dai Rom e dai Sinti sono state terribili. Essi furono perseguitati, sterilizzati in massa, usati come cavie per esperimenti, ed infine destinati alle camere a gas ed ai crematori. Oltre ventimila vennero uccisi nel campo loro riservato ad Auschwitz-Birkenau, tra il febbraio 1943 e l’agosto 1944. Malgrado ciò nessuno zingaro venne chiamato a testimoniare nei processi ai gerarchi nazisti, neppure a Norimberga. Infine, quando in Germania alcuni sopravvissuti si decisero a chiedere un risarcimento, questo fu loro negato con il pretesto che le persecuzioni subite non erano motivate da ragioni razziali ma dalla loro “asocialità” (caratteristica che i nazisti attribuivano a ragioni biologiche e che quindi li destinava ad una “soluzione finale” al pari degli ebrei).
Sergio Franzese
lunedì 11 aprile 2022
Senza qualità
Un
tempo si poteva essere persone con una miglior coscienza rispetto a
oggi. Gli uomini erano come steli nella messe: Dio, la grandine, il
fuoco, le pestilenze e la guerra li piegavano di qua e di là,
probabilmente con maggior violenza di oggi, ma tutti insieme, come
città, come regione, come campo; e, per quel tanto di movimento
personale che ancora gli restava, il singolo stelo poteva
assumersene la responsabilità, ed era una questione chiaramente
definita.
Oggi invece la responsabilità ha il suo
baricentro non nell’uomo, bensì nei nessi oggettivi. Non avete
notato che le esperienze si sono rese indipendenti dall’uomo? Sono
andate in scena: nei libri, nelle relazioni scientifiche o nei
resoconti di viaggi, nei movimenti d’opinione o nelle comunità
religiose, che coltivano determinati tipi di esperienza a spese di
altri come in un tentativo di sperimentazione sociale; e qualora le
esperienze non si trovino direttamente nel lavoro, aleggiano
nell’aria; chi oggigiorno può ancora dire che la sua collera è
davvero la sua collera, quando tante persone ci mettono bocca e ne
sanno più di lui? S’è creato un mondo di qualità senza uomo, di
esperienze senza colui che le vive, e paradossalmente sembra quasi
che l’uomo non possa più avere alcuna esperienza privata e il
gradevole peso della responsabilità personale debba stemperarsi in
un repertorio di possibili significati. Probabilmente la
dissoluzione di quel sistema antropocentrico che per tanto tempo ha
tenuto l’uomo al centro dell’universo, ma che già da secoli va
declinando, ha finalmente toccato anche l’Io, giacché credere che
in un’esperienza l’importante sia il viverla, e in un’azione
il compierla, comincia a sembrare un’ingenuità alla maggior parte
degli uomini.
Armi
Sicuramente
di mancate royalties non stanno soffrendo i membri della famiglia
Agnelli-Elkann, che, attraverso la loro Iveco Defence Vehicles,
producono il più ambito mezzo da guerra del conflitto ucraino: il
Lince, come lo chiamiamo noi, o il Panther, come lo chiamano gli
inglesi o, come è stato battezzato alla nascita, il Light Multirole
Vehicle ovvero Veicolo Multiruolo leggero.
Un mezzo
straordinario che, stando ai depliant pubblicitari, permette di fare
cose incredibili: resistere, grazie alla blindatura, a colpi
perforanti calibro 14 mm; passare, indenni, sopra a mine, anche
quelle anticarro; essere praticamente invisibili, grazie a
conformazione e “verniciatura assorbente”, a radar e
termoscanner; guadare fiumi fino a un metro e mezzo di profondità e,
incredibile a dirsi per un mezzo FIAT, garantire piena operatività a
temperature fino a -32° o a + 49°.
Gli ucraini ne possiedono dieci, ma non glieli abbiamo dati noi, non fa parte del lotto di armi inviato da Roma a Kiev: no, se li sono presi da soli. Li hanno presi ai Russi.
L’esercito russo è, sorpresa sorpresissima sorpresa, quello che ha più Lince al mondo: 2.875 veicoli. Per intenderci, quasi 600 più degli italiani, che ne hanno 2.300, e oltre 2.000 più degli inglesi, che ne possiedono “appena” 800.
Fa
pensare che l’Italia abbia inviato all’Ucraina armi che sparano
proiettili da cui i soldati russi si proteggono, con buon esito,
utilizzando mezzi da guerra prodotti e venduti dagli italiani.
Fa,
poi, riflettere che a fingere di ripudiare la guerra e, allo stesso
tempo, a fingere che le armi che produciamo e vendiamo siano
esclusivamente per la difesa, comunque andrà a finire il conflitto
russo-ucraino, chiunque ne sarà il vincitore, noi, noi italiani,
primi costruttori e trafficanti di
armi in Europa, ci avremo comunque guadagnato e parecchio.
domenica 10 aprile 2022
sabato 9 aprile 2022
Fix you
When
you lose something you can't replace
When you love someone but
it goes to waste
could it be worse?
I will try
to fix you
Talking
STAI
PARLANDO CON UNA
che oggi ha modellato
cento funghi con il das.
che ha passato un pomeriggio intero a
scrivere una
poesia con la pastina al farro
su una tela
dipinta di azzurro chiaro.
che una volta era così felice di
avere passato
indenne un capodanno
che si è messa a
ballare per la stanza
è scivolata e si è rotta un piede
e
la sua felicità – anche al pronto soccorso –
non è scemata
minimamente.
che tiene una lavagna sotto il letto
dove
scrive tutte le bugie che dice
a chi le dice e la data
e
ogni mattina si ripassa lo schema generale.
che cerca di salvare
i cuccioli di scarafaggio.
che mantiene sempre il patto
narrativo
e così non può guardare i film dell’orrore
e
neanche andare al luna park nel castello
della paura.
che
si è colorata un paio di paperine con lo spray
argento
poi
le ha indossate ed è uscita
e la sera a casa aveva i piedi
completamente
luccicanti
due stelle brillanti nella via
lattea
e la notte non ha dormito
per paura di morire
intossicata dalla vernice.
che (molto tempo fa) ha ucciso alcuni
pulcini
stringendoli troppo forte
e ha fatto saltare la
dentiera a sua nonna materna
con un bacio con rincorsa.
che
se le racconti qualcosa di vagamente ripugnante
o se sente un
odore troppo forte
è capace di vomitare all’istante.
che
– grappa&vinci grappa&vinci grappa&vinci –
da
sempre le piace ubriacarsi
e farsi invitare a cena
da
chiunque
a ogni latitudine
in qualsiasi tipo di
ristorante.
che la cosa di cui ha più bisogno
è
l’abbraccio
la comprensione
il sì del mondo.
quindi,
per favore:
sciacquati la bocca prima di parlare.
e fammi
volare. se ci riesci.
Francesca Genti
Afternoon
venerdì 8 aprile 2022
Once more
Her house was bombed. It was time to leave Kiev, but not before she played her piano once more.
Still I rise
Puoi
infangarmi nella storia
con le tue amare, contorte bugie.
Puoi
schiacciarmi nella terra
ma, come la polvere, io
mi
rialzo.
La
mia sfacciataggine ti disturba?
Perché sei afflitto dallo
sconforto?
Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio
che
pompano nel mio salotto.
Proprio
come le lune e i soli,
con la certezza delle maree,
come le
speranze che volano alte,
io
mi
rialzo.
Volevi
vedermi spezzata?
Con la testa china e gli occhi bassi?
Spalle
cadenti come lacrime,
indebolite dai pianti della mia anima?
La
mia superbia
ti offende?
Non te la prendere così tanto
perché io rido
come se avessi miniere d’oro
scavate nel mio giardino.
Puoi
ferirmi con le tue parole,
puoi trafiggermi con i tuoi
sguardi,
puoi uccidermi con il tuo odio,
eppure, come la
vita, io
mi rialzo.
La
mia sensualità ti disturba?
Ti coglie di sorpresa
che
io danzi come se avessi diamanti
all’incrocio
delle mie cosce?
Dalle
capanne della storia ignobile
io
mi
rialzo.
Da
un passato radicato nel dolore
io
mi
rialzo.
Sono
un oceano nero, impetuoso e vasto
che traboccante e gonfio
avanza con la marea.
Lasciandomi
indietro notti di terrore e paura
io
mi
rialzo
in
un nuovo giorno miracolosamente chiaro
io
mi
rialzo.
Portando
i doni lasciati dai miei antenati,
sono la speranza e il sogno
dello schiavo.
E così mi
rialzo,
mi
rialzo
mi
rialzo.
Maya Angelou