I
poveri di oggi (e cioè coloro che costituiscono un “problema”
per gli altri) sono prima di tutto e soprattutto dei “non
consumatori”, più che dei “disoccupati”. Essi vengono definiti
innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il
più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di
essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal
mercato. […]
Il consumatore “difettoso”, chi dispone di
risorse troppo scarse per rispondere adeguatamente all'appello, o più
esattamente ai richiami seduttivi dei mercati, è gente di cui la
società dei consumatori “non ha bisogno”; se non ci fosse, la
società dei consumatori ne guadagnerebbe. […]
La società dei
consumatori cresce rigogliosa finché riesce a rendere perpetua la
non-soddisfazione dei suoi membri, e dunque la loro infelicità, per
usare il suo stesso termine. Il metodo esplicito per conseguire tale
effetto consiste nel denigrare e svalutare i prodotti di consumo poco
dopo averli portati alla ribalta nell'universo dei desideri dei
consumatori.
Zygmunt
Bauman,
Consumo, dunque sono
Esiste una sconfitta pari al venire corroso
che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo
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