Io
aspetto
come
il melo
aspetta
i fiori –
suoi
–
e
non li sa
puntuali
ma
li fa,
simili
non
identici
all’ anno
passato.
Li
fa precisi
e
baciati nel legno
da
luce e acqua
da
desiderio
senza
chi.
Sorrido
sotto il noce
ai
suoi occhi tanti
che
mi studino bene
la
tessitura dei capelli
e
ne facciano versi
di
merlo e di vespa
di
acuti
aghi
di pino
e
betulla appena sveglia.
Non
so chi sono
ho
perso senso
e
bussola privata
ma
obbedisco
a
una legge
di
fioritura
a
un comando precipitoso
verso
luce
spalancata.
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