Tortura,
la Camera ignora le richieste dell'Europa
Nessuna
modifica al ddl: respinti tutti gli emendamenti al testo. Il
Consiglio d'Europa aveva espresso preoccupazione per le «profonde
differenze» con i testi internazionali.
La
commissione Giustizia della Camera non tiene conto delle richieste
del Consiglio d'Europa di modificare il ddl Tortura e respinge tutti
gli emendamenti al testo, su cui lunedì 26 giugno nell'Aula della
Camera avrà inizio la discussione generale. In una lettera ai
presidenti delle Camere, Nils Miuznieks, commissario dei diritti
umani del Consiglio d'Europa, aveva chiesto di cambiare il testo
approvato dal Senato perché nella sua forma attuale contiene una
definizione del reato e diversi elementi in disaccordo con quanto
prescritto dagli standard internazionali. Ma a Montecitorio quella
richiesta è rimasta lettera morta.
Nella sua lettera, Muiznieks si diceva preoccupato per le «profonde differenze» tra la definizione di tortura nel testo in esame alla Camera e quella contenuta nei testi internazionali ratificati dall'Italia, in particolare quella della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite. Il commissario punta il dito in particolare sul fatto che la proposta di legge preveda che per accusare qualcuno di tortura occorrerà che la persona abbia compiuto gli atti violenti più di una volta (l testo parla infatti di «reiterate violenze»). Secondo Muiznieks se la legge sarà approvata così com'è, certi casi di tortura o trattamenti inumani non potranno essere perseguiti «creando quindi delle potenziali scappatoie per l'impunità».
Nella sua lettera, Muiznieks si diceva preoccupato per le «profonde differenze» tra la definizione di tortura nel testo in esame alla Camera e quella contenuta nei testi internazionali ratificati dall'Italia, in particolare quella della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite. Il commissario punta il dito in particolare sul fatto che la proposta di legge preveda che per accusare qualcuno di tortura occorrerà che la persona abbia compiuto gli atti violenti più di una volta (l testo parla infatti di «reiterate violenze»). Secondo Muiznieks se la legge sarà approvata così com'è, certi casi di tortura o trattamenti inumani non potranno essere perseguiti «creando quindi delle potenziali scappatoie per l'impunità».
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