sabato 24 giugno 2017

Reato di tortura











Tortura, la Camera ignora le richieste dell'Europa

Nessuna modifica al ddl: respinti tutti gli emendamenti al testo. Il Consiglio d'Europa aveva espresso preoccupazione per le «profonde differenze» con i testi internazionali.
La commissione Giustizia della Camera non tiene conto delle richieste del Consiglio d'Europa di modificare il ddl Tortura e respinge tutti gli emendamenti al testo, su cui lunedì 26 giugno nell'Aula della Camera avrà inizio la discussione generale. In una lettera ai presidenti delle Camere, Nils Miuznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa, aveva chiesto di cambiare il testo approvato dal Senato perché nella sua forma attuale contiene una definizione del reato e diversi elementi in disaccordo con quanto prescritto dagli standard internazionali. Ma a Montecitorio quella richiesta è rimasta lettera morta.
Nella sua lettera, Muiznieks si diceva preoccupato per le «profonde differenze» tra la definizione di tortura nel testo in esame alla Camera e quella contenuta nei testi internazionali ratificati dall'Italia, in particolare quella della Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite. Il commissario punta il dito in particolare sul fatto che la proposta di legge preveda che per accusare qualcuno di tortura occorrerà che la persona abbia compiuto gli atti violenti più di una volta (l testo parla infatti di «reiterate violenze»). Secondo Muiznieks se la legge sarà approvata così com'è, certi casi di tortura o trattamenti inumani non potranno essere perseguiti «creando quindi delle potenziali scappatoie per l'impunità».







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