lunedì 19 giugno 2017

Pesticidi / Glifosato




Il glifosato è l’ingrediente attivo presente nell’erbicida Roundup prodotto dalla multinazionale Monsanto. Dal 2001 comunque, anno di scadenza del brevetto, è di libera produzione e di fatto, oggi, è l’erbicida più diffuso al mondo.
Oltre che in agricoltura, il glifosato e i formulati commerciali che lo contengono sono ampiamente diffusi in ambienti urbani e domestici. È utilizzato da Comuni e Province per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e del verde pubblico ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica.
L’uso intensivo in agricoltura è strettamente connesso alla sementi geneticamente modificate (OGM) di soia, mais e colza, il cui DNA è stato alterato per renderli resistenti all’erbicida, che quindi può essere applicato in dosi sempre più massicce, inevitabilmente accumulandosi nel prodotto finale. Soia, mais e colza OGM sono ampiamente impiegati come mangimi per animali: è anche così che le sostanze come il glifosato entrano nella catena alimentare.

Tutti possono entrare in contatto con questa sostanza chimica, sia per esposizione diretta durante le applicazioni in agricoltura e nel giardino, che attraverso l’acqua, le bevande e gli alimenti di origine vegetale (pane, pasta, cereali, legumi, nei quali viene spesso usato come disseccante prima del raccolto), la carne e i suoi trasformati, in particolare laddove gli animali vengano nutriti con derivati da piante OGM.

Il glifosato ha una potente azione erbicida, del tutto non selettiva, per cui è tossico per ogni specie vegetale, riuscendo a devitalizzare praticamente ogni tipo di pianta. Il meccanismo di azione è l’inibizione (ovvero la disattivazione) di un enzima chiave della fotosintesi clorofilliana, il processo vitale di tutte le piante (come la respirazione per gli animali incluso l’uomo).
Il glifosato è tossico, ormai è una certezza scientifica, e non solo perché possibile (anzi, probabile) cancerogeno. La sua capillare diffusione ha ormai infestato interi ecosistemi, causando disequilibri ormai di difficile riparazione.
D’altronde è una molecola chimicamente molto potente ed è impensabile credere che non abbia degli effetti collaterali (termine che in realtà in questo caso appare come un eufemismo). Uccide tutto il regno vegetale, permane nei prodotti agricoli, e viene assorbito da chi li ingerisce.



 Un trattore sparge diserbanti su un campo agricolo in provincia di Verona 
© Massimo Colombo 






 

Nessun commento:

Posta un commento