«Mi
sembra una barbarie ferire sempre lo stesso albero ed estrarne troppa
linfa in una volta sola, come fanno certe persone in zone che godono
di una fama migliore della nostra. La linfa di betulla viene venduta
a caro prezzo e a nessuno importa degli alberi prosciugati e pieni di
cicatrici. Io invece perforo la corteccia con cautela, inserisco un
tubicino, ci metto sotto il vasetto e lo lego stringendo forte.
L’elisir defluisce goccia a goccia e dopo alcuni giorni, quando
vado a recuperarlo, richiudo l’area ferita con la stessa cura che
riservavo ai pazienti». Da giovane Baba Dunja si portava dietro
anche i figli, Irina e Alexej, ricordando loro: «Non distruggete
niente, se non è necessario. È difficile riparare le cose e in
alcuni casi sono perse per sempre».
Ci
sono giorni in cui i morti si pestano i piedi a vicenda sulla nostra
via principale. Parlano tutti assieme e non si rendono conto delle
sciocchezze che raccontano. Il brusio delle voci aleggia sulle loro
teste. E poi ci sono giorni in cui invece non c’è nessuno. Non so
che fine facciano. Forse lo saprò quando sarò una di loro.
Nessun commento:
Posta un commento