Naturalmente
la ragione è odiosa, ma perché? Perché dimostra (a quelli che ne
hanno il coraggio) che noi, i vivi, siamo fuori dalla vita –
completamente fuori. I misteri di un universo fatto di gocce di fuoco
e zolle di fango non ci riguardano affatto. Non vale la pena di
preoccuparsi del destino di un’umanità condannata, alla fine, a
perire per il freddo. Se te lo prendi a cuore, diventa una tragedia
insopportabile.
Se
credi nel progresso non conoscerai che lacrime, perché la
perfezione, una volta raggiunta, deve finire nel freddo, nella
tenebra e nel silenzio. Da un punto di vista spassionato l’ardore
di riforme e progresso, virtù, conoscenza, e perfino bellezza, è
solo un vano aggrapparsi alle apparenze, come preoccuparsi del taglio
dei propri vestiti in una comunità di ciechi.
La
vita non ci conosce e noi non conosciamo la vita – non conosciamo
nemmeno i nostri stessi pensieri. Metà delle parole che usiamo non
ha alcun significato, e dell’altra metà ognuno comprende ogni
parola secondo il suggerimento della propria follia e presunzione. La
fede è un mito e le credenze fluttuano come nebbie sulla costa: i
pensieri svaniscono; le parole, una volta pronunciate, muoiono; e la
memoria di ieri è altrettanto vaga della speranza di domani – solo
la sfilza delle mie banalità sembra non aver fine.
J.
Conrad, lettera, in Opere Complete
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