Fiori
Mi
trovavo l’altro giorno con una bambina di sette anni che mi faceva
vedere i suoi lavori. Aveva disegnato dei fiori, ma erano degli
stereotipi. Allora le ho detto: “Vieni con me che andiamo a
raccogliere qualche fiorellino”. Abbiamo raccolto tre o quattro
fiori tra l’erba, poi li abbiamo messi su un foglio di carta e li
abbiamo smontati. Quanti erano i petali?, com’erano disposti?, il
gambo è dritto o curvo, è liscio o peloso? Come si ramifica, a tre,
a due, o a uno? L’osservazione è stata più approfondita
possibile. Allora la bambina ha capito subito, perché le ho dato una
regola di lettura e ha disegnato un fiore perfetto come le avevo
fatto vedere. In un secondo tempo lo potrà fare anche poetico,
allusivo, tutto quello che si vuole, ma se prima non si fa questa
operazione, non si può arrivare alla seconda. Noi tutti abbiamo
avuto un’educazione di tipo letterario per cui traduciamo tutto in
parole anche quando con un gesto o con un’immagine sarebbe facile
spiegare tutto.
Bruno
Munari
Nessun commento:
Posta un commento