martedì 26 giugno 2018

La strada




Di notte faceva un freddo senza pari ed era buio come dentro una bara, e il lento arrivo del mattino era accompagnato da un silenzio terribile. Come un’alba prima della battaglia. La pelle cerea del bambino ormai era quasi trasparente. Gli occhioni grigi e sbarrati gli davano un’ aria da alieno.
L’uomo cominciava a pensare che fossero a un passo dalla morte e che avrebbero dovuto cercarsi un posto dove nessuno li potesse trovare. A volte, mentre guardava il bambino dormire, gli capitava di scoppiare in un pianto incontrollabile, ma non era il pensiero della morte. Non sapeva bene cosa fosse però gli sembrava che avesse a che fare con la bellezza o la bontà. Cose a cui non aveva più modo di pensare.
Si acquattarono in un bosco lugubre e bevvero l’acqua di uno stagno filtrata con uno straccio. In sogno vide il bambino steso su un tavolo di obitorio e si svegliò inorridito.
Quello che riusciva a sopportare di giorno di notte diventava insopportabile, e rimase sveglio per paura che l’incubo si ripresentasse.
(...)  
Usci fuori nella luce livida, rimase lì in piedi e per un attimo vide l’assoluta verità del mondo. Il moto gelido e spietato della terra morta senza testamento. L’oscurità implacabile. I cani del sole nella loro corsa cieca. Il vuoto nero e schiacciante dell’universo. E da qualche parte due animali braccati che tremavano come volpacchiotti nella tana. Un tempo e un mondo presi in prestito e occhi presi in prestito con cui piangerli.
(...)
Adesso faceva sogni floridi da cui detestava svegliarsi. Cose che il mondo non conosceva più. Il freddo lo spingeva ad alzarsi per riattizzare il fuoco. Ricordi di lei che attraversava il giardino diretta alla casa di prima mattina, con una sottile camicia da
notte rosa che le aderiva al seno. Pensava che ogni ricordo evocato non poteva che violare le proprie origini. Come in un gioco di società. Di’ una parola e passala al vicino.
Quindi bisognava essere parsimoniosi. Ciò che si altera ricordando ha comunque una sua realtà, che la si conosca o meno.
Vagarono per le strade avvolti nelle coperte luride. L’uomo teneva la pistola alla vita e il bambino per mano. All’estrema periferia della città si imbatterono in una casa isolata in mezzo a un campo; la raggiunsero, entrarono e passarono da una stanza all’altra. Si videro riflessi in uno specchio e lui quasi alzò la pistola.
Papà, siamo noi, disse il bambino. Siamo noi.

Cormac McCarthy, La strada












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