L'uomo
che comprende tutta l'importanza morale della pietà, non
indietreggerà davanti al timore che le sue manifestazioni possano
renderlo ridicolo agli occhi degli altri. Che cosa deve importargli,
se mettendo in libertà un topo colto in trappola, invece di
ammazzarlo, provoca i motteggi e le disapprovazioni, quando sa che
non solo ha salvato dalla morte un animale, che teneva quanto lui
alla vita, ma ha anche lasciato manifestarsi liberamente il
sentimento della compassione, ed ha fatto un passo verso quell'era
superiore dell'amore universale che non conosce limite, che lo
affrancherà dalla morte e lo identificherà con le sorgenti della
vita.
Il cacciatore opera in un senso diametralmente opposto; e non una volta, per caso, ma sempre egli soffoca in sé il prezioso sentimento della pietà. È poco probabile che fra i cacciatori se ne trovi uno che non provi, almeno per una volta, un principio di pietà per una delle sue vittime, ma che pure ogni volta non cerchi di respingere un tal sentimento considerandolo come una debolezza. Ed è così che è schiacciato il bocciolo appena schiuso della pietà, da cui potrebbe germogliare e fiorire quel sentimento più elevato e più perfetto, che è l'amore. In questo costante suicidio morale è il male supremo della caccia.
Il cacciatore opera in un senso diametralmente opposto; e non una volta, per caso, ma sempre egli soffoca in sé il prezioso sentimento della pietà. È poco probabile che fra i cacciatori se ne trovi uno che non provi, almeno per una volta, un principio di pietà per una delle sue vittime, ma che pure ogni volta non cerchi di respingere un tal sentimento considerandolo come una debolezza. Ed è così che è schiacciato il bocciolo appena schiuso della pietà, da cui potrebbe germogliare e fiorire quel sentimento più elevato e più perfetto, che è l'amore. In questo costante suicidio morale è il male supremo della caccia.
Lev Tolstoj
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