Il
cuore di un passero batte quattrocentosessanta volte al minuto.
Quello di un uomo solo settantotto. Ma qualche volta, di notte, il
mio cuore batteva forte quasi come quello del passero.
Questo
succedeva quando il buio si infilava nel mio letto e mi si avvolgeva
intorno ai piedi, toccandomi con un suono basso, quasi un fruscio.
Poi
mi strisciava fino al petto e rimaneva lì, sfidandomi a respirare.
Se ci provavo mi avrebbe ucciso, questo era il patto tra noi. Non
sapevo mai per quanto tempo sarebbe rimasto. Una volta mi è sembrato
che dormisse accoccolato sul mio braccio. Un’altra volta mi era
passato sul viso leggero come una piuma ed era uscito dalla finestra
con un lieve fruscio. Era il rumore di tutte le creature che
aspettavano nel buio, lo sapevo. Di notte, vagavano dietro casa
mia, gridando i loro nomi.
Jenny
Offill, Le cose che restano
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